INTRODUZIONE
I cristezzanti (o cristezanti) sono i membri della nostra Confraternita che portano il cristo, o crocefisso, ed insegnano e tramandano ai giovani novizi tutti i segreti per portarlo.
Si dividono in due figure: lo stramôu (italianizzato in stramuo) e il camallo.
Durante la processione gli stramui stanno sempre vicino al cristo, subito dietro al camallo che in quel momento porta il cristo, mentre a seguire si trovano gli altri camalli, disposti ordinati a file di due; molto spesso però, visto l’impegno che richiede portare il crocifisso, l’ordine viene meno ed i camalli seguono in modo quasi disordinato.
Come in ogni arte, per poter mantenere e migliorare le proprie capacità, i confratelli si riuniscono in oratorio, almeno una volta a settimana durante quasi tutto il periodo dell’anno, per provare i crocifissi.
Nel nostro oratorio nelle serate infrasettimanali si svolgono le prove dei portatori dei cristi medi e grosso mentre al sabato pomeriggio, dopo la messa prefestiva, le prove dei novizi.
La forza da sola non basta, conta ancor di più una grande capacità di equilibrio e una buona tecnica, frutto di devozione, sacrificio ma soprattutto della passione con la quale il confratello diventa e si impegna ad essere un cristezante.
Di solito ci si accosta a tale pratica in età adolescenziale, intorno ai 15 anni, ma nella nostra Confraternita gli ultimi giovani novizi hanno avviato la propria carriera già a 5-6 anni!
Il cristezante non ha un termine, finchè il fisico lo permette resta sempre in attività; ma anche dopo, i vecchi cristezanti non vanno mai in pensione: seguono sempre la processione e la vita della confraternita.
Da primavera a tardo autunno si susseguono le processioni, parte integrante dei festeggiamenti religiosi in onore di santi patroni o beati, organizzate dalle varie parrocchie ed oratori, a cui il cristezante cerca di partecipare sempre, senza mancare nessun appuntamento.
I CROCIFISSI
I crocifissi si classificano usualmente in base al peso (non sempre certo) ed alle dimensioni:
Piccoli: dai 30 ai 80 kg (il nostro crocifisso dei piccoli novizi ne pesa circa 12, più del doppio il crocefisso “moro” destinato agli adolescenti)
Mezzani: da 80 a 110 kg (ne fanno parte il nostro crocifisso Medio con l’immagine del Bissoni e l’antica Croce Nera)
Grosso: dai 110 kg in su (il crocifisso Grosso con l’immagine del Moreder vi rientra abbondantemente..)
Il crocifisso è composto da una serie di elementi:
- la croce lignea: di forma allungata per favorire il trasporto, è solitamente decorata con intarsi o rifasciata con lamine in argento finemente lavorate;
- L’immagine: realizzata in legno scolpito e fissata alla croce mediante i chiodi del martirio, spesso è dipinta per riprodurre il colore della pelle, il sangue fuoriuscito dalla ferita sul costato, dai fori dei chiodi su mani e piedi, dalle spine della corona posta sul capo.
- Raggera: realizzata in metallo lavorato, dorato o argentato, viene applicata sul capo della immagine a rappresentazione dell’aura divina;
- INRI: così viene comunemente definito il cartiglio recante l’iscrizione fatta apporre da Pilato sulla croce; quella applicata sul crocifisso processionale è riccamente decorata con motivi ornamentali, fiori, foglie di palma e rami d’ulivo (rappresentazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme); sopra di essa viene raffigurata anche la colomba dello Spirito Santo; su alcuni crocifissi della Confraternita è presente anche una barca, simbolo a testimonianza del legame tra i pescatori e i marinai del Borgo Solaro (e di Varazze tutta) e la Confraternita. Tutti gli elementi sono in metallo finito in bagno d’oro o d’argento
- i Canti: sono gli elementi applicati agli estremi dei bracci della croce e sono anch’essi arricchiti con motivi decorativi in bassorilievo, contornati da un tripudio di fiori, foglie, mazzetti e raggere; nel crocifisso Croce Nera della Confraternita su ogni canto è inoltre applicata una immagine sacra in alto rilievo: la rappresentazione di San Bartolomeo santo patrono sul canto posto in alto,
la rappresentazione di Sant’Antonio Abate compatrono sul canto di destra
e la rappresentazione di San Isidoro sul canto di sinistra, a testimonianza della vicinanza della Confraternita ai lavoratori della terra e ai più umili
Anche i canti sono valorizzati dalla bagnatura in oro e argento dei fiori, delle foglie, dei mazzetti e delle immagini
Completano l’insieme il fiocco, legato ai piedi della immagine lignea, recante le iniziali della Confraternita finemente ricamate e la fascia, in velluto rosso, applicata al legno della croce nel punto in cui si appoggia la spalla del camallo.
I cristi vengono portati con l’immagine sacra rivolta all’indietro e l’origine di tale orientamento risale ad un privilegio concesso da Papa Pio V (Michele Ghisleri da Bosco Marengo) ai genovesi
Il Pontefice, al termine della vittoriosa battaglia di Lepanto avvenuto il 5 ottobre del 1571, concesse ai liguri di poter issare il crocefisso con l’immagine voltata all’indietro. Questo perché nel corso della battaglia navale tutti i crocefissi che erano issati sulla prua delle galee genovesi vennero voltati all’indietro affinché il sacro legno non venisse visto dagli infedeli e fosse ispiratore di coraggio e infondesse la forza per poter vincere nelle truppe cristiane.
In realtà esiste anche una ragione pratica per tale orientamento, ovvero l’immagine rivolta al portatore garantisce un migliore controllo ed equilibrio al portatore stesso, in quanto il peso è rivolto verso di sé.
IL CAMALLO
Il camallo o pourtou è colui che porta il crocifisso in equilibrio, mantenuto in posizione da movimenti millimetrici del corpo.
Il termine probabilmente deriva dai portatori di Cristo delle confraternite più antiche, che erano anche i portuali che caricavano o scaricavano navi e che venivano chiamati i camalli.
Il camallo prende il cristo dallo stramôu e lo porta finché non comincia a sentire la stanchezza, quindi chiama uno di essi affinchè possa trasferire il cristo ad un altro camallo.
I “portoei” “chiamano” il cambio del crocifisso con l’espressione dialettale ligure “vegni” (vieni) per richiamare il “purtou” e lo “stramuo” di turno a fare il cambio
Il fatto che i camalli più esperti portano il cristo senza toccarlo con le mani lo si deve all’esperienza, oltre a garantire un migliore bilanciamento.
In base poi all’esperienza ed alle abitudini e delle tradizioni il camallo porta il crocifisso in diverso modo: in primis sceglie la spalla a cui appoggiarlo, destra o sinistra, eppoi delle preferenze e alla zona in cui lo si porta, lo si può portare di taglio, di mezzacosta o di piatto.
In occasione delle processioni è consuetudine porsi con il crocifisso davanti alla portone di ingresso della chiesa o oratorio, che ospita il santo/a oggetto di festeggiamenti, per eseguire un inchino di saluto e di omaggio
Esiste poi la pratica usuale tra i portatori, ma anche tra gli stramuui, (alcune volte tollerata, in altri casi deprecata) di far “ballare” il cristo al termine delle processione al suono della banda, facendolo oscillare a tempo di musica.
L’abbigliamento dei nostri portouei è il seguente:
La cappa: una tunica che dalle spalle arriva sotto il ginocchio di colore bianco
Il tabarino: corto mantello legato sulle spalle di colore rosso con ricami che formano strisce dorate
La buffa: caratteristico cappuccio triangolare raccolto sul capo
Il Crocco: imbragatura speciale in cuoio fatta a mano, composta da 3 strisce di cuoio che si vanno ad ancorare come le bretelle ad una cintura; su questa è presente un bicchiere di ferro o acciaio foderato in cuoio, dove all’interno può essere messo un pezzo di gomma per limitare lo scivolamento del perno basso della croce. Il crocco è realizzato a mano da esperti e rari artigiani. Al crocco può essere applicata un’insegna religiosa, come una medaglietta o un santino.
I nuovi crocchi destinati ai piccoli novizi sono stati realizzati da Alberto Cannata, membro della Confraternita dei Disciplinanti di San Giovanni Battista, amico della nostra Confraternita nonchè cristezante.
LO STRAMUO
Lo stramuo è colui che trasferisce il crocifisso da un camallo all’altro oltre ad issare il cristo ad inizio processione ed a calarlo al termine della manifestazione, oppure ogni volta che, nel corso della processione, vi siano da superare ostacoli che impediscono il passaggio del crocifisso in crocco al camallo
E’ altresì compito ingrato del camallo trasportare a spalle il crocifisso, spesso completo di canti e ornamenti, ogni volta che debba essere portato all’interno di un edificio religioso o viceversa debba essere riportato all’esterno, così come, in caso di necessità, debba essere sceso a terra per proseguire lungo il percorso processionale (in caso di forte vento o pioggia, in caso di ostacolo, etc)
Quando il camallo chiama il cambio, lo stramuo si avvicina al camallo stesso il quale, quando sente che la croce è in equilibrio, si distacca un poco: in quell’istante lo stramuo si avvicina afferrando con la mano principale il mantinente, cioè un manico di acciaio incastrato ortogonalmente alla croce all’altezza dei piedi dell’immagine e con l’altra il pessin (la parte finale della croce verso terra).
Lo stramuo tiene in equilibrio in equilibrio il crocifissio sulle sue braccia sino a quando il camallo di turno non è pronto per riceverlo.
I nostri stramui indossano la sola cappa bianca legata in vita da un cordone bianco
Al termine di ogni processione i crocifissi vengono smontati: i canti, l’INRI e la raggera sono riposti in apposite custodie (cassoni), l’immagine e la croce sono riposte nella custodia in stoffa per proteggerle durante il trasporto.
In oratorio le croci sono riposte ai lati della navata, sostenute da supporti fissi a pavimento o a parete (chiamati convenzionalmente “trucchi”); i preziosi argenti che le decorano sono protetti dalla ossidazione mediante lunghe fasce in stoffa che li ricoprono totalmente.
In occasione di particolari ricorrenze vengono rimontati ed esposti per brevi priodi all’interno dell’Oratorio
Degna di nota è l’esposizione del Cristo Grosso sullo sfondo del palco allestito in Savona, durante la visita del Pontefice Papa Benedetto XVI nell’anno 2008, dove Sua Santità ha celebrato la Santa Messa